Donne rifugiate in Tanzania e Burundi sostengono le loro famiglie attraverso l’artigianato
A Dar-es-Salaam abbiamo incontrato Lorenza Marzo, che nel 2007 ha fondato l’azienda WomenCraft.
Ci ha accolto nel suo bellissimo show room, nel quartiere residenziale Ada Estate, dove espone i suoi prodotti d’arredo: cesti, poltrone, sottopiatti, tutti realizzati con fibre vegetali e fili riciclati dai sacchi per il riso. Le chiediamo come realizza questi oggetti dal design essenziale e raffinato.
“Gli oggetti sono prodotti artigianalmente da un un’impresa sociale certificata Fair Trade a Ngara, nel nord-est della Tanzania, al confine con Burundi e Rwanda. Le artigiane sono rifugiate burundesi che vivono in zone rurali e hanno bisogno di avere un reddito e sostenere le loro famiglie in un’area post-conflitto con poche opportunità economiche. Sono circa 600 le artigiane che lavorano riunendosi in gruppi di lavoro che contribuiscono anche a creare dialogo e ridurre le tensioni nelle comunità. Alcune donne rientrate in Burundi non lontano dal confine continuano a lavorare per WomenCraft”.
Come avviene la produzione?
“I cesti sono intrecciati a mano con strumenti tradizionali, attraverso tecniche sono trasmesse da una generazione all’altra, e che richiedono molto tempo. Le erbe (Stargrass) e il papiro sono coltivati localmente. Per aggiungere effetti di colore usiamo i fili bianchi dei sacchi di riso riciclati, corteccia di banano marrone, e fili colorati prodotti localmente. WomenCraft è un’impresa sociale certificata Fair Trade. Noi acquistiamo i prodotti finiti, pagandoli in anticipo, loro si organizzano per produrli con la guida delle artigiane più esperte che coordinano il lavoro.”
Qual è il vostro mercato?
“In passato vendevamo ai privati ed esportavamo in Europa a negozi di arredamento. Dopo il Covid, questo tipo di acquisto è molto calato, ma abbiamo trovato un nuovo settore di mercato nel turismo tanzaniano, e ora produciamo oggetti d’arredo per hotel e lodge di livello medio alto.”
Lorenza ci ha messo in contatto con MADE 51, un’iniziativa avviata nel 2018 dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che fornisce ad artigiani e artigiane rifugiati/e un mezzo per commercializzare i loro prodotti artigianali in tutto il mondo, collaborando con una rete globale di imprese sociali, tra cui Womencraft. Il numero “51” presente nel nome è un riferimento alla Convenzione sui rifugiati del 1951, il documento legale chiave che delinea i diritti delle persone rifugiate e gli obblighi legali degli Stati di proteggerli.
Abbiamo incontrato Heidi Christ, project manager, e abbiamo approfondito la conoscenza reciproca dei nostri progetti. Heidi ci ha spiegato che la loro iniziativa punta a sostenere e mettere in collegamento con il mercato le imprese che danno lavoro a persone rifugiate, che a causa di restrizioni legali, isolamento, conoscenze di progettazione limitate e mancanza di accesso sono spesso esclusi dall’economia artigianale globale.
Le aziende sostenute da MADE 51 sono visibili nel sito https://made51.org/