Il progetto NOW LET’s GO – NO Waste from LEather GOods, progetto di ricerca e sviluppo sperimentale cofinanziato dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), è entrato nel pieno delle attività.

Per la sua realizzazione si sono uniti enti di ricerca e aziende legati ai settori conciario, tessile e meccanotessile e all’artigianato della pelle, tra cui Cartiera, che si sono incontrati il 18 luglio nella sede del Laboratorio di Marzabotto. Dati il vissuto e il ruolo consolidato sul territorio bolognese, l’impresa Cartiera costituisce un terreno ideale per le finalità progettuali, facendosi dalla sua nascita strumento di inclusione socioeconomica e innovazione in una località – quella dell’ex area industriale della cartiera di Lama di Reno – storicamente legata all’industria cartaria.

Allineandosi con gli obiettivi fissati nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, NOW LET’s GO intende dare una risposta concreta alla necessità di potenziare i processi di rigenerazione, riciclo e valorizzazione dei materiali conciari residuali provenienti dalla filiera della moda in un’ottica di circolarità e sostenibilità.

Nello specifico, il progetto prevede una prima fase di studio e selezione degli scarti conciari, separati per tipologia di concia e di trattamento, e un secondo step di ricerca sperimentale, in cui gli sfridi selezionati saranno trattati con una tecnologia Airlay al fine di produrre e sperimentare nuovi materiali, come ad esempio tessuti-non tessuti. Molteplici le possibili destinazioni di utilizzo dei nuovi manufatti: arredamento, automobilistico, edilizia, imballaggio, calzature o pelletteria, che verranno attribuite a partire dalle performance tecniche riscontrate nel materiale. L’ampio disegno del progetto vede capofila la Stazione sperimentale per l’industria delle pelli e delle materie concianti, e coinvolge, oltre alla Cooperativa sociale Abantu (con il suo laboratorio Cartiera), l’Università degli Studi di Roma UniTelma Sapienza, l’azienda Technoplants technology for nonwoven e la società di ricerca Next Technology Tecnotessile.

Ma gli obiettivi non si esauriscono qui. Adesso si sta studiando il mercato per verificare la presenza e commercializzazione di prodotti già sperimentati, e si realizzeranno prototipi aderenti ai principi dell’ecodesign, offrendo prospettive di reintroduzione nella filiera produttiva dei materiali sperimentali prodotti dal progetto. Grazie al partenariato strategico con enti di ricerca e imprese del settore della moda, il progetto ricercherà i presupposti per implementare un modello replicabile di riutilizzo della pelle.

I nuovi materiali potranno essere reintrodotti in un nuovo circuito, con un approccio deciso sulla misurazione degli impatti: saranno infatti verificate, oltre alla sostenibilità economica dell’intero processo, la sostenibilità ambientale mediante il Life Cycle Assessment (LCA), finalizzato a valutare le prestazioni dei nuovi materiali rispetto a quelli convenzionali, la sostenibilità del prodotto finale tramite l’approccio PEF (Product Environmental Footprint) e la sostenibilità socioeconomica mediante il Social Life Cycle Assessment (SLCA).